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Dopo le dimissioni dalla clinica di Las Vegas, Alejandro e Max hanno intrapreso il loro cammino insieme a San Francisco. Nonostante un inizio in salita, le difficoltà sembrano appianate. Grazie a un'intensa riabilitazione e ai farmaci con cui è destinato a convivere, Alejandro ha recuperato in maniera discreta dopo il grave trauma cranico che ha segnato la fine della sua carriera da giocatore: ora allena una squadra di college football e abita felicemente con Max nella casa dei suoi sogni in riva all'oceano. Ma Max vive in segreto il senso di colpa per essere stato la causa dell'infortunio di Alejandro e vorrebbe rinchiuderlo in una gabbia affinché non gli capiti più nulla di male. Alla notizia del suicidio di un ex giocatore della NFL affetto da encefalopatia traumatica cronica, le sue paure si accentuano come non mai. La situazione precipita ulteriormente quando Bryon DeShaun, l'ex di Max, entra a far parte della squadra. Bryon è l'emblema di ciò che Alejandro non è più: ha un cervello perfettamente funzionante, non è uno storpio, non deve dipendere dai neurolettici per evitare di aggredire le persone ed è prossimo a far vincere a Max il tanto agognato Super Bowl. E se Max notasse quanto lui, a confronto, sia "difettato"? E se un giorno finisse per preferire Bryon e lo lasciasse? Tra verità non dette e paure immotivate, Alejandro decide di fare l'unica cosa che non dovrebbe mai fare: smettere di prendere i suoi farmaci. Con Alejandro che precipita di nuovo nel baratro da cui era faticosamente emerso due anni prima, riuscirà Max a fargli capire quanto lo ami prima di perderlo per sempre?